La passione per la fotografia mi accompagna fin da ragazzino, tanto che già all’età di 13 anni, avendo messo da parte un po’ di soldi ho deciso di acquistare la mia prima macchina fotografica. Era il 2001 e non erano ancora molto diffuse le macchine fotografiche digitali e io ero un fiero possessore di una bellissima Sony cyber-shot da ben 2 megapixel!
Nello stesso periodo ho iniziato a viaggiare per il mondo, dapprima con i miei genitori, in seguito con amici o per motivi di studi, prediligendo in particolare il sud-est asiatico e il centro-sud america, due parti del nostro pianeta che mi hanno sempre affascinato.
Grazie ai miei viaggi ho iniziato ad appassionarmi sempre più al mondo della fotografia, dedicandomi alla fotografia di reportage e documentando così paesaggi, scene di vita, volti e luoghi ben distanti dal nostro vivere quotidiano.
Nel 2008 arriva la mia prima reflex e da quel momento non mi sono più mosso (o quasi) senza. Nel 2011 mi iscrivo finalmente al mio primo vero corso di fotografia, alla UCA di Buenos Aires dove vivevo per motivi di studi, mentre l’anno successivo collaboro con la Fondazione Artévision di Torino presso la quale ho la possibilità di espandere ulteriormente le mie conoscenze e competenze fotografiche.
Dal 2012 al 2014 lavoro per l’agenzia fotografica Vialattea Images per il comprensorio sciistico della Vialattea, a Sauze d’Oulx (TO), occupandomi per lo più di foto sportive e di book fotografici, mentre dal 2014 al 2017 collaboro con la Compass Italia, agenzia di comunicazione di Bologna, per la quale ho l’opportunità di svolgere l’attività di fotografo nell’ambito di eventi e tour per importanti marchi quali, in particolare, Jagermeister, Crodino, Camparisoda, Amaro Braulio, Beck's, MP3 Piaggio, Vans.
Nel 2013 mi ritrovo fotografo al matrimonio di una cugina e da lì mi si apre un nuovo mondo fotografico per il quale ho però sempre mantenuto il mio stile e il mio carattere di fotografia di reportage, teso alla ricerca di quel momento, emozione o scena da immortalare nella maniera più naturale e spontanea possibile, essendo convinto che un buon fotografo debba essere in grado di anticipare uno scatto, riconoscendo una potenziale buona foto prima ancora di far scattare l’otturatore.