BARATH, 24 anni, Hyderabad, India
A 19 anni Barath lascia i suoi genitori e i suoi fratelli per emigrare negli Stati Uniti nella speranza di trovare un buon lavoro che gli consenta di mettere da parte un po’ di soldi per la sua futura famiglia in India. Attualmente vive a Freemont (CA) insieme a Chandu, anche lui indiano, di Mumbai, che preferisce non farsi fotografare perché non è in regola con i documenti e vuole evitare problemi. Entrambi lavorano come magazzinieri in un deposito merci a San Francisco, vicino al Golden Gate Bridge. Barath sente moltissimo la mancanza della famiglia e del suo Paese, confessa che non si trova benissimo e che il lavoro che svolge non gli piace per nulla, ma al momento non ha trovato di meglio e, d’altra parte, sa comunque che in India non riuscirebbe a mettere da parte altrettanti soldi. La cosa che gli manca di più? La cucina di sua mamma.
I MANAYAN, Manila, Filippine
A partire dalla seconda metà degli anni ’60, grazie ad alcuni accordi economici tra il governo americano e quello filippino, la comunità Filippino-Americana è passata dai 105 mila dell’epoca ai quasi 2 milioni oggi, la maggioranza dei quali residenti nello stato della California. A Daly City (CA), città con la più alta concentrazione della comunità Filippino-Americana, vive la famiglia Manayan.
Allan, 54 anni ingegnere informatico e sua mamma, Lydia 77 anni, vi si trasferirono nel 1977 in cerca di migliori opportunità, mentre Fiordaliz (non le piace essere fotografata), 57 anni e da poco in pensione, è venuta con la sua famiglia nel 1968 in seguito a un’opportunità lavorativa offerta al padre. Allan e Flordaliz si sono sposati nel 2000 e hanno avuto due figlie Alliza (14) e Arianna (10). Non hanno più la cittadinanza filippina, in casa ormai parlano solo inglese e si sentono 100% americani. Fiordaliz confida inoltre che oggi probabilmente non sarebbe nemmeno più in grado di parlare così tanto bene il Tagalog, la sua lingua madre, ma sia lei che il marito sono felicissimi di vivere in California e si sentono a casa.
ANDREAS, 44 anni, Agrinio, Grecia
Finito il liceo, Andreas ha deciso di dare una svolta alla sua vita e, nel 2001, ha lasciato la sua città natale in Grecia per cercare un futuro migliore in California. Quattro anni dopo è dovuto tornare in patria per svolgere il servizio militare e, una volta finito, ha preferito tornare a San Francisco dove vedeva la sua vita futura. Alla domanda sul perché ha scelto proprio San Francisco risponde semplicemente: “perché San Francisco è San Francisco, la città dalle mille opportunità”. E per chi la conosce un po’ non c’è bisogno di aggiungere altro. Dopo aver cambiato molti lavoretti, inizia a lavorare più stabilmente come aiuto cuoco in un ristorante greco a San Francisco per un periodo di 9 anni. Stufo di fare il cuoco, da sei mesi ha cambiato completamente lavoro e ora fa l’imbianchino per il suo capo e amico Bruce.
PEDRO, 44 anni, Havana, Cuba
Era il 1990 e Pedro era un ragazzino di poco più di 16 anni. Figlio unico, viveva con la mamma Rosa che si era separata dal papà 10 anni prima. Rosa, contraria alla politica castrista, chiede ed ottiene asilo politico e, così si trasferisce con Pedro dapprima a Miami, dove risiedevano la maggior parte dei cubani emigrati. L’anno dopo mamma e figlio partono alla volta di San Francisco, dove tutt’ora vivono, per raggiungere uno zio che vi si era trasferito già da alcuni anni. Pedro sogna un giorno di visitare l’Europa, ma attualmente non ha un passaporto e da quando è arrivato negli Stati Uniti non ha mai lasciato il paese. Ha 3 figli di 21, 20 e 9 anni avuti da due compagne diverse. Gli manca il suo paese, di cui ormai ha un ricordo sbiadito, e i suoi tantissimi cugini che ha salutato ormai da quasi 30 anni. Nonostante ciò pensa che non potrebbe mai più vivere in un paese come Cuba: qui negli Stati Uniti si trova decisamente bene. E si sente libero.
RAUL, 64 anni, Morelia, Messico
All’età di 5 anni Raul con i suoi genitori, le 3 sorelle e i 4 fratelli lascia il Messico. Il padre inizia a lavorare come contadino, mentre la madre sta a casa a badare ai numerosi figli. Raul non è mai più tornato in Messico, non parla più spagnolo e ha perso da tantissimi anni tutti i contatti con il resto della sua famiglia, così tanti che non sa neanche dirmi da quanto non li sente o vede. A 17 anni, a causa di un incendio, perde entrambi i genitori, 2 fratelli e la piccola casa in cui vivevano tutti insieme. Vive per le strade di San Francisco da circa 20 anni, non si è mai sposato né ha avuto figli e la sua famiglia è composta dai suoi due cagnolini che gli ronzano sempre intorno.
SHYAM, 35 anni, Kathmandu, Nepal
“E’ stata la migliore decisione presa nella mia vita”, questo è quello che racconta Shyam in risposta alla domanda se gli manca il Nepal e se ha mai pensato di tornare indietro.
Nel 2005 arriva negli Stati Uniti insieme a sua moglie, Didi di 36 anni, dopo aver fatto domanda di asilo politico e aver ottenuto il visto in quanto rifugiati. Da quando è arrivato qui, solo una volta -5 anni fa- è riuscito a tornare a casa. Ogni mese manda dei soldi ai genitori, soprattutto dopo che due anni fa i familiari hanno perso tutto a seguito del terribile terremoto che ha devastato gran parte del Nepal. Shyam e Didi hanno 3 figli (americani), vivono a Richmond (CA) e hanno uno Smoke Shop in Haight Street, nel quartiere hippie di San Francisco. Ora gli affari vanno bene come mai prima, da novembre 2016, infatti, nello Stato della California è stato legalizzato l’uso della cannabis anche per uso “ricreativo” oltre che medico. Più di così…
VAL e OKSANA, 54 e 53 anni, Odessa, Ucraina
Compagni di università, Val e Oksana si laureano entrambi in ingegneria meccanica, poco dopo si sposano e nel 1989 nasce la loro prima e unica figlia. In Ucraina il lavoro scarseggia e i salari sono bassissimi, per cui dopo aver attraversato alcuni anni molto infelici, una domenica mattina del 1992 prendono la fatidica, difficile e forse unica decisione: lasciano il lavoro, gli amici, i parenti, e partono alla volta di San Francisco. Raccontano che i primi anni americani sono stati durissimi: non conoscevano la lingua, non avevano amici, avevano una figlia piccola da crescere, e non riuscivano a trovare un lavoro decente. Val inizia a lavorare come meccanico per un anno e per i tre successivi fa il taxista. Oksana, invece, rimane a casa per badare alla loro piccola.
Nel frattempo, la coppia non si abbatte e val continua a cercare lavoro, fino a quando, finalmente, nel 1997 viene assunto come ingegnere informatico alla Wells Fargo, dove tutt’ora lavora e dove avviene il nostro interessante incontro. Sebbene fosse laureato in ingegneria meccanica, ha saputo adattarsi, cercando di cogliere le opportunità che la vita via via offre: pensa che quest'ultima fosse la sua vera opportunità. Tre anni più tardi viene assunta nella stessa società anche Oksana.
Oggi Val e Oksana hanno solo la cittadinanza americana e si sentono orgogliosamente cittadini americani.
ILARIO, 48 anni, Merida, Messico
Ilario è emigrato negli Stati Uniti nel 2007, lasciando tutta la sua famiglia in Messico. Sono ormai 10 anni che non vede più sua moglie e le sue due figlie. Dal 2010 lavora come cuoco alla Taqueria Castillo, uno dei tantissimi ristoranti messicani di San Francisco. Negli ultimi 10 anni ha messo da parte un po’ di soldi per la famiglia e per pagare gli studi alle figlie e a giugno 2018 cercherà di tornare finalmente a casa dalla sua famiglia.